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“Il Risotto della Badessa: Storia, Sapori e Tradizioni alla Festa del Riso di Grumolo delle Abbadesse”

Dal cuore del Veneto, una celebrazione di sapori e tradizioni millenarie: scopri la magia del Risotto dea Badessa.


Nel cuore della pianura vicentina, tra i fiumi Bacchiglione e Brenta, si estende un angolo di storia, tradizione e sapori: Grumolo delle Abbadesse. Da oltre cinque secoli, questo piccolo comune ha fatto del riso il suo fiore all’occhiello, grazie all’ingegno delle monache benedettine che, nel Cinquecento, trasformarono paludi e acquitrini in fertili risaie. Un lavoro paziente, fatto di canali e irrigazioni, che ha dato vita a una tradizione ancora oggi viva e rispettata.


Ogni anno, a settembre, il paese si veste a festa per celebrare il suo tesoro: il Riso di Grumolo delle Abbadesse, protagonista indiscusso della Festa del Riso. Un appuntamento imperdibile per chi vuole immergersi nella storia e nei sapori autentici della cucina veneta. La sagra non è solo un tributo al riso, ma un’occasione per riscoprire quel legame profondo tra la terra e chi la coltiva.


Entrando nella festa, si respira subito l’aria di tradizione. Le bancarelle che espongono il riso Vialone Nano e Carnaroli, due delle varietà più pregiate, richiamano l’attenzione dei visitatori con i loro chicchi lucenti e perfetti, frutto di un lavoro meticoloso. Il Vialone Nano, presidio Slow Food, è il vanto del territorio, un riso piccolo e tozzo che assorbe i condimenti come una spugna, perfetto per il risotto. Il Carnaroli, più elegante, è invece apprezzato per la sua capacità di esaltare sapori e consistenze, rendendolo ideale per piatti più ricercati.

Ma il vero protagonista della festa è senza dubbio il Risotto dea Badessa, la cui ricetta è avvolta da un’aura di mistero. Si narra che sia stato preparato per la prima volta proprio dalle cuoche dell’abbazia, le stesse che iniziarono la coltivazione del riso in queste terre. Solo poche mani esperte conoscono la combinazione perfetta degli ingredienti, e ogni anno, durante la festa, migliaia di persone si radunano per assaggiarlo, cercando di carpirne i segreti. Il suo sapore è un viaggio nel tempo, un’ode alla semplicità e alla perfezione di una cucina che non ha bisogno di fronzoli per conquistare il palato.

Accanto al risotto, non mancano altre prelibatezze locali: piatti a base di riso che sposano i prodotti di stagione come i piselli, gli asparagi e la zucca, o le pietanze più tradizionali come il baccalà e la luganega. Ogni assaggio è una sorpresa, ogni boccone racconta una storia.


La festa, però, non si limita a essere un’esperienza gastronomica. È un momento di condivisione, di allegria. Mentre si passeggia tra le bancarelle del mercatino equo e solidale, si può sentire l’eco delle risate dei bambini che corrono verso il luna park, il suono delle orchestre che animano le serate, e il profumo di riso che si diffonde nell’aria. Le cuoche e i cuochi, tutti volontari, lavorano instancabilmente per garantire ai visitatori un’esperienza unica, mantenendo viva una tradizione che resiste al tempo.

Ogni anno, la Festa del Riso di Grumolo delle Abbadesse attira migliaia di persone, non solo dal Veneto, ma da tutta Italia. Il suo successo non è solo merito della qualità del riso, ma della passione con cui viene celebrato. Qui, il cibo diventa cultura, storia, e soprattutto, comunità. È una festa che ci ricorda l’importanza di preservare le tradizioni e di valorizzare il lavoro di chi, con dedizione e amore per la propria terra, continua a coltivare un prodotto così prezioso.

E mentre il sole tramonta sulle risaie, tinge il cielo di rosa e arancio, i visitatori si siedono ai tavoli della grande tecnostruttura, pronti a gustare un piatto di risotto caldo. In quel momento, il tempo sembra fermarsi, e ci si rende conto che il vero segreto della Festa del Riso non sta solo negli ingredienti, ma nell’anima di un popolo che, da generazioni, vive e ama la sua terra.

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