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A Udine rinasce “La Morteane”

La pièce abbandonata del giovane Pasolini  apre la Seconda Stagione del Teatri Stabil Furlan sabato 1° ottobre a Palazzo Morpurgo

S’inaugura la seconda stagione del Teatri Stabil Furlan (Tsf), l’ente professionale di produzione teatrale in marilenghe che promuove con collaborazioni di significato la cultura e la lingua friulana sulla scena. Sabato 1° ottobre a Udine, nel giardino di Palazzo Morpurgo e in caso di maltempo al Teatro San Giorgio, con inizio alle ore 18.00 (l’evento è ingresso libero fino ad esaurimento posti; tutte le informazioni su www.teatristabilfurlan.it), andrà in scena “La Morteane / Part dal Fantat”. Un’opera del Pasolini inedito che ha trovato nuova vita grazie ad un’intuizione del direttore artistico del Tsf nonché direttore della pièce Massimo Somaglino. Il lavoro, prodotto dalla compagnia di danza contemporanea Arearea in collaborazione con il Comune di Casarsa, restituisce infatti una commedia scritta dal poeta nei suoi anni casarsesi per la piccola compagnia dell’Academiuta, opera che però non venne mai rappresentata, come s’intuisce da una lettera che Pasolini scrisse a Gianfranco D’Aronco nel novembre del 1945.

A noi questa composizione scenica giunge mutila, con superstite la sola parte di uno dei personaggi, il “Fantat”, che sarà interpretato da Klaus Martini. I restanti, ovvero il “Diaul”, ‘l”Anzulut” e “il Muart”, alias “Toni Pansa muart”, ritorneranno redivivi grazie alle danze personificatrici di Arearea, con Valentina Saggin, Anna Savanelli e Andrea Rizzo, su musiche originali di Mirko Cisilino e Giorgio Parisi che insieme a Laura Giavon sono chiamati a comporre un’orchestra ambulante di ottoni, legni, fisarmonica, organetto, contrabbasso e voce.

Un teatro ritrovato dunque che si rinnova attraverso la lingua friulana, la mimica, la coreutica e la musica. È un’azione che narra e descrive una vicenda dentro a atto unico nel tempo di una notte, ambientata nella camera da letto del “Fantat”, ispirata come rivela Pasolini da una poesia di Ermes di Colloredo dal titolo “Iu abus dal secul presint” (Gli abusi del secolo presente), che tratta degli effetti dei disordini di gioventù. Abusi sensuali, eccessi nel bere soprattutto, cattive abitudini che porteranno in vecchiaia le ginocchia a tremare una “danza della morte”, danza che in Friuli trova riflesso in quella che si dice originaria di Mortegliano. Da qui “La Morteane”.

La commedia, secondo registri scherzosi e popolari, tratta tutto sommato tematiche di una certa consistenza, come lo scontro tra il bene ed il male, la necessità di guadagnarsi un posto in cielo già durante la vita, il vivere morale, l’evitare abusi ed eccessi come quelli di una sbornia in sagra con gli amici. Il personaggio principale, di cui si conserva integralmente la parte originale e quindi la voce, è il “Fantat”, un giovane proletario parte di quella folta schiera di “ragazzi di vita” pasoliniani, prima friulani e poi romani, senza lavoro, con le tasche vuote ma con una straordinaria esuberanza e voglia di godere appieno la vita. L’incontro notturno con le altre figure, in un dialogo che si misura oltre le parole ed in una dimensione che va oltre l’esser desti, è la trama di uno scritto fino ad oggi sepolto che finalmente rinasce sulla scena, grazie ad una vitale operazione culturale realizzata dal Teatri Stabil Furlan, Arearea e Comune di Casarsa.

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