Le Ulss potranno trasferire i loro immobili inutilizzati a istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza per attività socioassistenziali. Le aziende sanitarie ‘presteranno’ in usufrutto le loro proprietà a Ipab e Comuni, senza peraltro sminuire o svendere il proprio patrimonio immobiliare. E’ quanto prevede il progetto di legge presentato tre anni fa da Raffaele Grazia (ex Udc ora Futuro popolare), sottoscritto trasversalmente da consiglieri dell’ex Pdl, del Pd, di IdV, Lega, Unione Nordest e Scelta civica, e oggi licenziato all’unanimità dalla commissione Sanità del Consiglio veneto, guidata da Leonardo Padrin. L’iniziativa legislativa punta a coniugare l’esigenza di valorizzare vecchi ospedali, presidi sanitari dismessi o immobili di proprietà delle Ulss e non più funzionali alle loro attività di assistenza e cura, con quella di riconvertirne l’uso a finalità assistenziali senza peraltro appesantire i bilanci dell’azienda con oneri di ristrutturazione e di gestione. Le Ulss potranno trasferire in usufrutto (per trent’anni) i diritti di proprietà a Comuni e Ipab con il vincolo che tali immobili siano destinati a finalità sociali e assistenziali. Ipab e Comuni, grazie alla titolarità garantita dall’istituto giuridico dell’usufrutto, potranno fare investimenti immobiliari, riqualificare, mettere a norma le strutture e adibirle a nuovi utilizzi nell’ambito della programmazione sociosanitaria regionale. Il provvedimento – spiega Grazia, che ne sarà il relatore in aula (controrelatore Dario Bond, di Forza Italia per il Veneto) – metterà in moto operazioni di valorizzazione del patrimonio immobiliare delle aziende sanitarie venete che, invece di veder cadere a pezzi padiglioni e immobili inutilizzati e spesso inalienabili, riqualificheranno il proprio capitale consentendo al tempo stesso ad altre istituzioni pubbliche, che gestiscono servizi per minori, anziani e disabili, di disporre gratuitamente di nuovo patrimonio strumentale per sviluppare attività e progetti di natura assistenziale.
