
Si conclude la mobilitazione studentesca in tutta Italia, con oltre 20mila studenti delle scuole superiori e delle università mobilitati durante la giornata di oggi in più di 60 piazze dal Trentino-Alto Adige alla Sicilia. Crediamo in una scuola diversa, alternativa, che tuteli il diritto allo studio, che ascolti gli studenti e che sia capace di non lasciare indietro nessuno” dichiara Angela Verdecchia, coordinatrice nazionale della Rete degli Studenti Medi.
“La scuola deve essere presidio di democrazia” – continua Verdecchia – “e deve formare lo spirito critico per essere cittadini consapevoli. Il ministro Valditara invece alimenta un’idea scuola sempre più repressiva e improntata all’obbedienza. Vogliamo una didattica che valorizzi la cooperazione, che superi la lezione frontale e che non sia escludente. Siamo stanchi di sentirci dire che non ci sono soldi per migliorare le condizioni dell’istruzione. Di soldi ce ne sono, il governo deve scegliere di non investirli in armi ma nel futuro del Paese”
“Nel nostro paese 9 scuole su 10 non sono a norma, perché non possiedono tutti i certificati di sicurezza necessari. Nell’ultimo anno si sono registrati 71 crolli di edifici scolastici e i sistemi di aerazione e di riscaldamento non sono adeguati per affrontare i cambi di temperatura dovuti alla crisi climatica. Il mondo politico e chi dovrebbe rappresentarci devono ascoltarci ed interessarsi a come rendere gli spazi che viviamo quotidianamente davvero vivibili.” aggiunge Verdecchia durante le manifestazioni si parla anche di benessere psicologico, educazione sessuale e all’affettività, educazione alla pace e di questione palestinese.
“Vogliamo che il governo smetta di investire in armi e preveda che il 5% del PIL, oggi investito nel piano di riarmo, venga invece destinato a scuola, università e ricerca. Vogliamo un diritto allo studio accessibile e garantito per tutti. Sono questi i motivi che ci hanno spinto oggi a scendere in piazza in tutta Italia, convinti che un’altra scuola si possa ottenere”



