
“Non si può parlare di esclusione quando è una scelta autonoma, deliberata e convinta” lo ha detto l’europarlamentare Alessandro Ciriani (FdI-Ecr), intervenendo in plenaria oggi a Strasburgo sulla Strategia dell’UE per l’uguaglianza, l’inclusione e la partecipazione dei Rom.
“La lotta alla discriminazione è un principio fondamentale dell’Unione Europea e nessuno lo mette in discussione – ha continuato – ma da amministratore locale e soprattutto da sindaco di Pordenone ho affrontato direttamente i problemi legati alle comunità Rom e so bene che l’integrazione non è solo una questione di risorse o di strategie: è, prima di tutto, una questione di volontà e di rispetto delle regole. Per anni si è insistito sulla marginalizzazione dei Rom, ma la verità è che molte di queste comunità scelgono di vivere separate, organizzandosi in insediamenti che rifiutano qualsiasi contatto con le istituzioni”.
Secondo una stima recente della “Associazione 21 luglio”, in Italia vivrebbero 15.800 Rom e Sinti in baraccopoli formali e informali. “In molte città d’Europa esistono quartieri dove lo Stato è assente non perché non voglia esserci, ma perché chi ci vive lo respinge – ha concluso Ciriani -. Possiamo accettare questo? Non credo. L’integrazione non può essere un concetto a senso unico. Chi vuole far parte della nostra società deve rispettarne le leggi, mandare i figli a scuola, lavorare, contribuire allo sviluppo della comunità a cui appartiene. Non può esserci integrazione senza responsabilità, né diritti senza doveri”.