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JESOLO (VE) : : Arrestato albanese per omicidio di Roberto Basso

I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Venezia, al termine di un’articolata attività investigativa, il 24 marzo scorso hanno dato esecuzione ad un “fermo di indiziato di delitto”, emesso dalla Procura della Repubblica di Venezia, a carico di un 35enne di origine albanese residente a Jesolo, incensurato, presunto responsabile dell’omicidio del tabaccaio 64enne Roberto Basso che, nella notte tra il 5 ed il 6 maggio 2024, è stato trovato all’interno della propria abitazione di Jesolo riverso a terra in una pozza di sangue, dopo essere stato colpito più volte alla testa con un oggetto contundente.La complessa e prolungata indagine – coordinata dalla Procura della Repubblica lagunare e svolta dai militari del Nucleo Investigativo con attività tradizionali e tecniche nonché avvalendosi del qualificato supporto scientifico del personale del RIS di Parma – ha consentito di delineare un solido e grave quadro indiziario nei confronti dell’indagato. Nello specifico:

  • attraverso l’analisi di oltre 100 ore di filmati estrapolati dai vari sistemi di videosorveglianza pubblici e privati presenti nell’area d’interesse operativo è stata individuata un’auto, risultata di proprietà del fermato, presente sulla scena del crimine in un lasso temporale compatibile con l’orario dell’omicidio;
  • nel corso dei vari sopralluoghi eseguiti sono stati repertati alcuni frammenti in plastica di un cacciavite, utilizzato per forzare la porta finestra dell’abitazione, sui quali è stato estratto, a seguito degli esami di laboratorio svolti presso il RIS di Parma, un profilo genetico riconducibile all’indagato;
  • lo sviluppo delle indagini ha permesso di ipotizzare il movente del fatto omicidiario nella precaria condizione economica che avrebbe indotto la persona fermata ad accedere all’abitazione di Roberto Basso con l’obiettivo di commettere un furto (presumibilmente dell’incasso relativo alla sua attività commerciale). Verosimilmente sorpreso e riconosciuto, l’indagato avrebbe inflitto alla vittima vari fendenti alla testa.

L’esecuzione del fermo si è resa necessaria per la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato per il reato di omicidio. E’ stato inoltre ravvisato il concreto pericolo di fuga del fermato nel suo Paese di origine, il rischio che possa essere compromessa la genuinità della prova – atteso che dalle risultanze investigative è emerso chiaramente che la persona ristretta ha chiesto alla moglie di fornire agli inquirenti dichiarazioni non veritiere in ordine alla sua presenza a casa la sera dell’omicidio, allo scopo di precostituirsi un alibi sviando l’attività d’indagine – nonché il pericolo di reiterazione del reato in ragione del persistenza della criticità finanziarie, che potrebbero indurre l’indagato a porre in essere fatti delittuosi analoghi.

La persona fermata, al termine delle formalità di rito e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stata tradotta presso la casa circondariale di “Santa Maria Maggiore” di Venezia.

 

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